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(Da Per una storia di Laorca di don Lauro Consonni)
L’origine del nome
Sul nome “Laorca” mi pare di capire che l’interpretazione comune faccia
riferimento ad un animale “Monstrum” > la Orca, che si rifugiasse
nelle grotte sopra il paese. La fantasia popolare era facilmente
portata a raccontare queste presenze
misteriose fuori dell’abitato.
Io vi troverei un’altra spiegazione più semplice e pratica proprio
leggendo gli atti del ’500, dove il toponimo è scritto con due
aspirate: “Horcha” > forca, come nella lingua spagnola, strumento
agricolo. Anche Rancio deriva da Ranzo > ranza. Malavedo poi stava
scritto così: Mal haver. Ogni commento è superfluo.
Come nasce la Parrocchia
Consultando l’anagrafe nasce spontanea una
prima domanda: se il primo parroco è presente in Laorca a partire
dal 1632, quale forma di assistenza spirituale veniva assicurata in
precedenza? Ed ancora, quali sono le notizie certe di una qualche
presenza di vita cristiana nel territorio della parrocchia?
Nel Liber Notitiae Sanctorum
Mediolani, databile
tra il 1304 ed il 1311 si legge:
... in plebe Leuco... Lauorcha ecclesia
sancti johannis baptistae (colonna 164 b).
Nella relazione fatta in occasione della visita del Card. Gabriele Sforza
a Lecco l’8 luglio 1455 si descrive come sotto questa prepositura
stanno le chiese del territorio, tra cui:
...Ecclesia Sancti Petri de
Laurcha.
Mi pare di capire che la chiesa di S. Pietro fosse già eretta e
funzionasse come chiesa di riferimento, senza che si parli di quella
del cimitero.
San Carlo Borromeo visitò Lecco sia nel 1566
che nel 1583 e pur non avendo testimonianze dirette, posso presumere
da alcune date certe della parrocchia di Varenna che potrebbe essere
passato da Laorca nell’ottobre del ’66 perché a Varenna trovai
scritto che
...arrivò
nella sera del primo novembre, venendo da Esino.
La seconda volta, invece, fece il percorso inverso perché, venendo dalla
Svizzera, allora diocesi di Milano, via lago, si fermò a Varenna il
5 agosto 1582 per poi proseguire per la Valsassina e quindi facendo
tappa anche a Laorca.
Si tenga presente che la statale 36 è solo del
1821, come riporta una lapide in territorio di Varenna:
Francesco I, Cesare Augusto, ha aperto questa strada fra le spaccate
rocce da Lecco fino alla sommità del lago e congiungendo così Milano
con Chiavenna e Bormio.
L’unica strada era quella ancora oggi frequentata da tanti turisti e
detta “Il sentiero del viandante”.
Se prendiamo San Carlo come modello di attenzione per i suoi fedeli
dobbiamo tenere presente che egli si riservava le visite in città
durante i periodi dell’Avvento e dalla Quaresima fino a Pentecoste.
Quelle fuori Milano invece erano distribuite nel brevissimo periodo
che va dall’Epifania alla Quaresima, solitamente verso la bassa
milanese e più a lungo, da dopo Pentecoste fino all’Avvento, per le
chiese alla estrema periferia della diocesi. Si tenga presente che
il mezzo più veloce era la carrozza ed anche quella non era sempre
adatta, come si legge nel processo di Canonizzazione; a Premana
saliva su
per gli scoscesi,
graffignandosi con le mani sì come van le
capre su per i monti.
È da questa relazione in occasione della visita pastorale di S. Carlo che
nei Decreti si notano questi particolari tra i redditi della
prepositura di Lecco, come pare riferiti a Laorca:
... Cappella Curata della
Orca sotto la Prepositura
Chiesa di S. Pietro, discosto da Lecco due miglia,
consecrata
Chiesa di San Giovanni
Chiesa di S. Antonio consecrata verso l’altare
Il Cappelano Curato è messer prete de Minetti de
Claro
[Glarona?], Dominio de Elvetici
Scuola del Corpus Domini
Scuola di S. Pietro martire
Scuola della dottrina.
Fuoghi 77, anime 325. Anime da comunione 230. Provisioni 230 con la
casa fornita. Si comprende tutta la cura sotto tre miglia, bel
luogo.
Del curato poi si dice che:
... ha 54 anni. Mandato dal Vescovo Antonio da Melegnano, privo dei
documenti per averli persi... compie le funzioni dal gennaio 1568.
Predica nei giorni festivi, attende alla scuola della dottrina
cristiana e ne capisce qualcosa. Per le cose sacre, poco. È idoneo
per insegnare la dottrina cristiana. Abita nella casa di parenti e
lo serve una sorella di 70 anni che ha in casa una figlia sposata. È
ubbidiente. Ha una mano paralizzata e trema (Arch. Dioc. Sez. X,
Pieve di Lecco).
Il cardinale Federico Borromeo avrebbe fatto
due visite a Lecco: la prima nel 1605, di cui si dubita della sua
effettuazione, e la seconda nel 1608, di cui si ha abbondanza di
decreti.
Anche nella seconda visita il cardinale si è sentito male, per cui la
seconda parte, quella sulla sponda occidentale del lago, venne
effettuata dal visitatore Albergati. Dai decreti di questa visita si
ricorda:
...la Chiesa vicecurata di S. Pietro in
loco Laurcae
la Chiesa semplice di S. Antonio in località
Malaverio sotto i confini di Laorca.
La Chiesa semplice di S. Giovanni nei confini di Laorca.
Circa i decreti pubblicati dopo la visita dell’arcivescovo abbiamo una
poderosa documentazione fatta da mons. Carlo Marcora nel 1979, a
cura della Banca Popolare di Lecco e da cui ho preso le note più
colorite e significative. Lo
stesso anno 1608 il giorno due di luglio, l’Ill.mo e Rev.mo Signor
Cardinale visitò la Chiesa viceparrocchiale di Laorca, Pieve
di Lecco e le Chiese di San Giovanni Crisostomo e di S. Antonio che
sono entro i suoi confini.
Nel decreto si annota che molti venivano a
confessarsi nelle chiese di Laorca, ma il vicecurato poteva
assolvere solo i suoi, per cui il cardinale concede la facoltà di
attendere alle confessioni di tutti, purché abbiano fatto la Pasqua
con il proprio parroco. E questo era un modo per esercitare un
controllo sui propri fedeli, durato fino a pochi decenni fa.
Si tralascia la descrizione della chiesa principale per registrare invece
quanto viene detto sul vicecurato ed i fedeli...
LA CASA DEL VICEPARROCO
La casa del vice parroco è vicina alla Chiesa
e distante da essa 10 passi. È divisa in vari locali: due inferiori
e altrettanti superiori. Alla casa è unito un giardino, al quale si
passa attraverso un ambiente sotterraneo, presso il quale
è costruita la cantina.
I REDDITI DEL BENEFICIO
Questo beneficio viceparrocchiale non ha beni
terrieri, ne redditi fissi, ma gli abitanti sono tenuti a pagare al
Rettore lire 360 ogni anno dai redditi dei Vicini come risulta dalla
convenzione stipulata tra il Viceparroco e la popolazione.
LE USURPAZIONI
Nessun bene è mai stato usurpato.
IL RETTORE
Rettore di questa chiesa è prete Francesco Coffetti, sacerdote
bresciano, del paese di Nigoline
[BS],
il quale, mentre era vacante questa chiesa per la partenza di prete
Graziano Danelli che aveva ottenuto un altro beneficio, fu provvisto
di essa per autorità ordinaria, il 25 Maggio 1601, come risulta
dalle lettere di collazione e provvisione fatte dal reverendo
monsignor Antonio Albergato vicario generale, il 20 Giugno 1601,
che egli ha regolarmente presentato; ha poi preso possesso il giorno
24 dello stesso mese e anno.
Serve in chiesa un ragazzo laico di dodici
anni, senza che si sia chiesta facoltà al Vicario generale, senza
cotta, vestito indecentemente, a piedi nudi, con grande irriverenza
per così grande sacrificio.
LE ANIME E IL POPOLO
Coloro che sono in età di ricevere il
sacramento dell'Eucaristia, di ambo i sessi, sono 309;
complessivamente gli abitanti sono 450.
La cura d'anime affidata al Viceparroco di
questa Chiesa è facile, poiché non vi sono cascinali o frazioni
lontane dalla stessa Vicinanza di Laorca.
Non c'è il Libro per elencare i morti. Il
Viceparroco per i funerali e le esequie percepisce 20 soldi. Ogni
volta che si fa
[il funerale] il Prevosto riceve un emolumento doppio; però se
per qualche impedimento
il Prevosto non può
partecipare, allora il Viceparroco guida il funerale.
Tutti coloro che possono ricevere
l’Eucaristia hanno soddisfatto il precetto della Chiesa. Non
vi è alcun concubinario. Nessun usuraio. Nessun bestemmiatore. Non
vi sono meretrici pubbliche. Non vi sono assassini. Non
vi sono coniugi separati né conviventi.
Nessuno che abbia contratto matrimonio in grado proibito dalle
leggi.
Nessuno è dedito a superstizioni, a venefici o ad arti magiche.
Nessuno che si comporti senza riverenza in Chiesa. Nessuno che sia
solito profanare i
giorni festivi con opere servili, con balli, con gazzarre, festini o
cose del genere. Non
vi sono giocatori di dadi o d’azzardo e che abusino delle loro case
per questi giochi. Osti:
Martino Bellavita, Andrea Mazzucconi, Francesco Crotta, Bernardino
Cima. Non
vi è nessun medico. Nessun chirurgo. Nessun notaio.
Maestro è il Vice parroco.
Uomini adatti a esercitare opere pie: Bernardino Crotta, Andrea
Poli, Costantino Mazzucconi e Antonio Nicolini. I
padri di famiglia sono 63, i poveri sono 10. Le
vedove sono 21. Gli
orfani sono 8.
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